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Serviva Ciarrapico per smascherare il fronte della menzogna antisemita?

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Una piccola premessa che ci sentiamo in dovere di fare, visti sopratutto i numerosi messaggi che abbiamo ricevuto negli ultimi giorni: a noi non interessa la provenienza dell’antisemitismo, sia esso di destra o di sinistra, islamico o cristiano, evidente o più subdolo. Ci limitiamo a denunciarlo quando viene a galla…

Serviva Ciarrapico per smascherare il fronte della menzogna antisemita?

di Giulio Meotti

Nel 1973, al termine della guerra del Kippur, il deputato missino Giulio Caradonna si recò a Gerusalemme per deporre una corona di fiori allo Yad Vashem. Erano anni in cui la sinistra italiana manifestava contro Israele e Caradonna in Parlamento difendeva il sionismo, “nato come reazione di difesa imposta da millenarie persecuzioni di una minoranza etnico-religiosa che deve ancora combattere per la propria sopravvivenza”.

Alcuni giorni fa nello stesso Parlamento, in un misto di egolatria, faziosità politica e miserabile malizia morale, un rottame della destra ha reso un pessimo servizio a Caradonna. “Spero che Fini abbia già ordinato le kippah”, ha scandito in aula il senatore del Pdl Giuseppe Ciarrapico, neanche si trovasse in una famigerata birreria di Monaco. “Chi ha tradito una volta, tradisce sempre”.

Il coro indignato per questa intemerata antisemita è stato unanime, ma pochi dei bastonatori di Ciarrapico (che pure ieri si è scusato con la comunità ebraica) hanno avuto l’onestà di riconoscere che la frase del senatore era un’offesa atroce, più che verso gli ebrei morti, nei confronti degli ebrei vivi e del loro focolare in medio oriente.

Il 7 ottobre si terrà la manifestazione a Roma “Per Israele, per la verità”, organizzata da un’altra parlamentare del Pdl, Fiamma Nirenstein. Fini veniva attaccato da Ciarrapico su quanto di più prezioso forse serbi la sua parabola politica e ideologica: il viaggio a Gerusalemme del 2003. E in generale l’atlantismo robusto e orgoglioso nutrito dall’Italia dopo l’11 settembre. In questo quadro è ridicolo anche solo pensare che la testimonianza pro Israele di Fini possa essere connotata da spirito di vantaggio politico particolare.

Soltanto all’apparenza le parole di Ciarrapico avevano un sentore provinciale. A Washington la più grande organizzazione islamica statunitense, il Council on American Islamic Relations, sta per dare un premio alla carriera a Helen Thomas, la decana dei corrispondenti alla Casa Bianca dimessasi da poco per aver detto degli israeliani: “Che se ne tornino in Polonia o in Germania”. Nelle stanze di Amnesty International spiccano poi le parole del capo della sezione finlandese Frank Johansson: “Israele è uno stato feccia”.

Attraversiamo una fase critica per la sopravvivenza d’Israele perché è in corso un’offensiva terroristica e pre nucleare di estensione inaudita e si avvertono i segni di una ripresa antisemita in Europa e fra le più alte istanze umanitarie. L’odio antiebraico in mostra nelle parole di Ciarrapico non riguarda tanto l’Europa istituzionale, ma qualcosa di perfino più grave. E’ la deformazione ideologica della verità in tempo e in tema di guerra e di pace.

Tanti di quelli che processano a ragione Ciarrapico chiudono però gli occhi sulla teo-ideologia di Ahmadinejad. Quando l’Unità, che si esercita molto contro Ciarrapico e “la destra”, pubblica interviste su come Israele è al vertice del traffico clandestino di organi umani, allora il giornalismo dell’irresponsabilità politica e morale impone agli ebrei di provare che sono false le moderne accuse del sangue scagliate contro di loro. Siamo a livelli di rottura insopportabili delle convenzioni polemiche.

La questione allora è: che cosa significa quest’odio?

Secondo l’ex dissidente sovietico Nathan Sharansky oggi l’opinione europea per la quale Israele deve sparire è più vasta di quella che nel 1939 era a favore della loro cacciata. Quando Gianni Vattimo si dice tentato di rivalutare i “Protocolli dei savi anziani di Sion” (al Salone di Torino del 2008) e l’Anti-Defamation League rivela che il 32 per cento degli italiani crede a note leggende antisemite, è allora che si capisce quanto proficuo sia il fronte della menzogna costruito dagli ayatollah nella partita negazionista e antigiudaica.

Come ha scritto Vasilij Grossman in “Vita e destino”, “la fiamma dell’antisemitismo ha rischiarato le epoche più tremende della storia”. Nei giorni scorsi il sud d’Israele era rischiarato dai razzi al fosforo di Hamas. Dalle nostre parti c’era solo un gran parlare delle battute del premier (che comunque a nostro modesto avviso sono state sgradevoli ed inopportune).

(Fonte: Il Foglio, 5 Ottobre 2010)

Nella foto in alto: Giuseppe Ciarrapico al funerale di Edda Ciano, nell’Aprile del 1995. Senza parole….


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